Secondo il report del WWF “Valore Natura”, ripristinare 350 milioni di ettari di foreste genererà benefici per 170 miliardi di dollari l'anno.

5 Marzo 2021 di Ilaria Aceto

170 miliardi di dollari l’anno. Questa è la cifra che guadagneremmo ripristinando 350 milioni di ettari di foreste entro il 2030, secondo il WWF. Per ogni dollaro investito in rinaturazione, insomma, si prevede un ritorno nove volte superiore. Il ritorno economico, così, si va a sommare agli altri indubbi vantaggi che verrebbero dall’applicazione della campagna ReNature Italy: lotta alla crisi climatica, creazione di nuovi posti di lavoro.

A mostrare tutto ciò è il report WWF “Valore Natura”, lanciato in occasione della Giornata Mondiale della Fauna Selvatica (3 marzo), dedicata quest’anno proprio alle foreste. Ricordiamo infatti che in 50 anni a livello globale si è verificato il declino del 68% delle popolazioni di vertebrati: un territorio grande come 20 volte la superficie della Francia è stato completamente degradato; in Europa, l’81% degli habitat si trova in uno stato di conservazione inadeguato.

Ma come si genererà questo beneficio economico? Basti pensare che, solo negli Stati Uniti, la rinaturazione è un’industria da 9,5 miliardi di dollari. Inoltre, impiega 126.000 persone e genera indirettamente 15 miliardi di dollari e 95.000 ulteriori posti di lavoro. Nei Paesi in via di sviluppo, gli investimenti in restauro ambientale possono creare nuovi flussi di reddito. Una ricerca sviluppata da The Global Commission On The Economy And Climate, poi, rileva che il ripristino del 12% dei terreni agricoli degradati potrebbe aumentare i redditi dei piccoli proprietari terrieri per un totale di 35-40 miliardi di dollari l’anno. Potrebbe poi sfamare oltre 200 milioni di persone ogni anno entro 15 anni.

Ma i benefici economici non sono certo i soli effetti positivi dell’investire in ampi progetti di rinaturazione. I servizi essenziali garantiti da ecosistemi come foreste, praterie e zone umide includono la produzione di ossigeno e acqua potabile, la riduzione degli inquinanti in atmosfera, nelle acque e nei suoli, la disponibilità di materie prime naturali nonché medicinali e principi utili alla ricerca biomedica. Questi servizi hanno, poi, un ruolo centrale nella mitigazione del riscaldamento globale.

Per raggiungere gli obiettivi proposti, WWF deve poter contare sull’alleanza con politica e istituzioni. Per questo, chiede all’UE il ripristino del15% delle aree sia terrestri sia marine. All’interno di questo obiettivo, la Commissione deve anche impegnarsi a ripristinare il flusso libero su almeno 25.000 chilometri di fiumi. Deve inoltre stabilire un obiettivo sulla rimozione di CO2 attraverso i serbatoi naturali del carbonio.

In Italia, invece, si auspica la revisione della proposta di PNRR che, come richiesto a livello europeo, dovrà prevedere che almeno il 37% delle risorse stanziate vadano ad azioni per il clima e la biodiversità. Inoltre, si fa stringente la necessità di un Grande Piano per riqualificare la natura d’Italia.

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