Tutti ci siamo chiesti se, quando il nostro gatto passeggia davanti allo specchio o si ferma ad osservarlo, si riconosca o meno nel proprio riflesso.
Per anni gli scienziati hanno cercato di capire come funzioni il riconoscimento allo specchio in vari animali, tra cui i gatti. Diana Reiss, professoressa di Comportamento Animale e Psicologia Comparata all’Università di New York, sostiene che per l’autoriconoscimento serva una buona concordanza tra le informazioni su se stessi, i propri movimenti e ciò che si vede nello specchio. Lo stesso vale per i neonati: fino al primo anno di età, non hanno idea di chi sia l’altro nello specchio. Dunque, la capacità o meno di riconoscersi nel riflesso degli specchi, dipende dalle capacità cognitive sviluppate.
Secondo il giornale Popular Science, i gatti, guardandosi nello specchio, potrebbero avere varie reazioni: alcuni sembrerebbero pensare di avere davanti un altro animale, altri semplicemente decidono di ignorare il riflesso, o altri ancora potrebbero mostrarsi aggressivi e porsi in una posizione apparentemente di attacco, ma in realtà di difesa, nei confronti di un “altro” gatto che parrebbe perfettamente in grado di contraccambiare i movimenti.
La rivista Scientific American avanza la teoria che un animale, riflettendosi in uno specchio, potrebbe non capire che quello è il suo riflesso, ma potrebbe comprendere che quel corpo non appartiene a nessun altro se non a lui. Gli animali, infatti, hanno una buona consapevolezza del proprio corpo, soprattutto nel momento in cui corrono, cacciano e saltano. Un calzante esempio ci è dato proprio dai nostri gatti, in grado di fare un salto e atterrare precisamente sul punto prescelto del mobile della cucina.
La stessa rivista spiega anche come funziona il “test del pallino rosso”, detto anche “test del proprio riflesso allo specchio”, ideato nel 1970 dallo psicologo Gordon Gallup e pubblicato inizialmente sulla rivista The Cognitive Animal. L’esperimento consiste nel disegnare un pallino rosso sulla fronte dell’animale e poi osservare la sua reazione. Secondo Gallup, se l’animale tocca il puntino rosso, significa che si è riconosciuto allo specchio. Di solito l’esperimento riesce con delfini e scimmie, ma non con cani e gatti.
Questo non dovrebbe stupirci. Infatti animali come cani e gatti non hanno idea di come sia il loro aspetto, poiché si basano più sull’olfatto che sulla vista. Il nostro gatto, ad esempio, non si ricorda di noi perché riconosce il nostro volto, ma si basa sul nostro odore!
In conclusione, i gatti capiscono come funzionano gli specchi, e vi si riconoscono?
Non esiste ancora una risposta certa, in grado di valutare fin dove arrivi la coscienza di sé dei gatti. Probabilmente, la concentrazione che il nostro micio mette nell’osservarsi allo specchio è semplicemente dovuta al tentativo di studiare l’estraneo che sta invadendo la sua comfort-zone.