M49 era riuscito a fuggire a luglio dalla sua prigione del Casteller. Dopo due mesi di libertà, è stato nuovamente catturato.

8 Settembre 2020 di Ilaria Aceto

Purtroppo non ci sono più dubbi: Maurizio Fugatti, presidente della Provincia autonoma di Trento, ha deciso di gestire il progetto Life Ursus, finanziato dall’Unione Europea e volto a reintrodurre e tutelare l’orso bruno nel Parco del Brenta, a suon di catture e ordinanze di abbattimento. Non stupisce: proprio lui, nel 2011, per protestare contro il progetto, durante la festa della Lega a Imer aveva organizzato un “banchetto a base d’orso” (fortunatamente bloccato dall’intervento dei Carabinieri dei Nas).

La necessità di una maggiore sensibilità ed educazione nei confronti di questa specie è emersa nel corso degli ultimi mesi, soprattutto per quanto riguarda le vicende di tre orsi del Trentino. Come l’orsa JJ4, di cui vi abbiamo parlato in questo articolo, condannata all’abbattimento dalla Provincia di Trento per aver aggredito due cacciatori, lo scorso 22 giugno. In realtà JJ4, che prima di allora non aveva mai mostrato un comportamento aggressivo, stava probabilmente difendendo i suoi cuccioli. In suo favore sono intervenute numerosissime associazioni, prime tra tutte l’ENPA e l’Oipa, e perfino il Ministro dell’Ambiente, che ha fatto ricorso al Tar contro l’ordinanza trentina. Alla fine, per fortuna, l’orsa è stata salvata, anche se Fugatti ha tutte le intenzioni di non lasciarla in pace.

Ma JJ4 non è stata l’unica potenziale vittima di una giunta che non tutela la fauna selvatica. Recentissima è un’altra ordinanza di cattura, ai danni di un esemplare avvistato ad Andalo, di cui vi abbiamo parlato qua. Tra tutte le vicende degli orsi del Trentino però, quella che ci ha tenuto (e continua tutt’ora a tenerci) perennemente con il fiato sospeso è quella dell’orso M49.

orso trentino

Foto a cura di AnnBoulais

Soprannominato affettuosamente Papillon, dal protagonista di un romanzo autobiografico di Henri Charriére, massimo esperto di evasioni, M49 aveva trascorso parecchi mesi da ricercato, dopo essere fuggito dal centro faunistico del Casteller a Trento Sud. Il 28 aprile l’orso, che mai ha mostrato un comportamento aggressivo o potenzialmente pericoloso, era stato catturato e ingiustamente imprigionato.

Le sue sventure erano però appena iniziate: dopo poco è arrivata l’ordinanza che prevedeva la sua castrazione. Tale procedimento, come ha affermato l’assessore trentino Giulia Zanotelli, è “una prassi per gli animali detenuti in cattività“: M49 era stato condannato a una vita di prigionia.

L’orso, però, la pensava diversamente. Il 27 luglio, M49 è nuovamente fuggito dal centro faunistico, riuscendo a divellere le spesse sbarre di metallo del recinto in cui era costretto a vivere. Tempo dopo, avendo perso molto peso per via dello stress e del timore di essere ancora catturato, si è sfilato il radiocollare con cui venivano tracciati i suoi spostamenti. Tutto ciò a riprova della totale inefficienza delle strutture che la Provincia di Trento mette a disposizione per ospitare gli orsi, animali selvatici che dovrebbero invece condurre una vita in libertà.

La storia di M49 non sembra però destinata a un lieto fine. Dopo due mesi da ricercato, l’orso è stato ritrovato dai forestali, che ne hanno monitorato le tracce biologiche. Così, è stato nuovamente catturato, attraverso l’impiego di una trappola a tubo; subito dopo è stato riportato nel centro faunistico del Casteller. Qui, sono in corso dei lavori per rinforzare il suo recinto.

Insomma, la giunta del Trentino non sembra disposta a concedere la meritata libertà a questo orso, colpevole solo di essere tale. Il WWF ha definito questo accanimento nei confronti di M49 “una vera e propria persecuzione“, mentre la delegata dell’Oipa di Trento, Ornella Dorigatti, è entrata in sciopero della fame per protesta. Ormai, l’unica speranza che rimane è quella di un intervento da parte del ministro Costa e del Governo, poiché la fauna è patrimonio indisponibile dello Stato. Maurizio Fugatti, purtroppo è chiaro, riesce ad approcciarsi a questi animali solo a colpi di ordinanze di cattura.

La convivenza tra orsi ed esseri umani senza dover ricorrere a misure drastiche e prive di sensibilità e rispetto per gli esseri viventi è possibile. Punto di partenza indispensabile, però, dev’essere una maggiore educazione ai comportamenti di questa magnifica specie.

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