L'Unesco propone la corrida come bene culturale immateriale dell'umanità, ma ENPA dice no: come può una tradizione di maltrattamento e di morte essere considerato tale?

12 Settembre 2020 di Chiara Pedrocchi

L’Ente Nazionale Protezione Animali (e anche noi) dice NO alla candidatura della corrida come “Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità” e aderisce alla campagna lanciata dalla piattaforma La Tortura No Es Cultura (LTNEC) e Animal Guardians insieme all’organizzazione Gladiadores por la Paz e AACME #NOTauromaquiaEnUnesco, che hanno lanciato un appello alle organizzazioni di tutto il mondo per mobilitarsi contro la candidatura della corrida come bene culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO.

La proposta, in effetti, ha dell’assurdo: il 15 ottobre 1978, proprio a Parigi, nella sede dell’UNESCO, è stata sottoscritta la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale. Risulta quindi paradossale la proposta di proporre come bene immateriale una tradizione sì secolare, ma basata sul maltrattamento, la tortura e infine l’uccisione di un animale e, a volte, anche di un essere umano, perché ogni tanto il toro ha la meglio. Una tradizione barbara che negli stessi paesi di cultura latina, dalla Spagna all’America Meridionale, vede milioni e milioni di cittadini contrari da decenni, ormai.

Inoltre, è davvero questa la priorità in un momento di pandemia, quando a moltissimi bambini non è garantita l’istruzione e quando ci sarebbe bisogno di una ripartenza della cultura su tanti altri fronti?

Infine, come giustamente sottolinea la presidente della piattaforma Torture Is Not Culture, Marta Esteban Miñano, non ha alcun senso che mentre un organismo delle Nazioni Unite, il Comitato dei Diritti dell’Infanzia, si impegna a tutelare i più piccoli dalla violenza della corrida, un altro organismo, sempre delle Nazioni Unite, si impegni a promuoverla.

Per fortuna, centinaia di organizzazioni dall’America Latina, dagli Stati Uniti e dall’Europa si sono unite ieri per protestare contro questa candidatura creando in poche ore una vera e propria tempesta sui social ed inviando messaggi all’UNESCO attraverso l’hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco. Anche l’Ente Nazionale Protezione Animali ha aderito al Tweet StormingL’hashtag #NoTauromaquiaEnUnesco è arrivato tra i primi nella classifica dei Trend Topic in Spagna, Portogallo, Colombia, Ecuador e Perù, rientrando tra i primi 50 trend mondiali, in posizione 44. 

Ciò dimostra che, unendo le forze e remando tutti nella stessa direzione, possiamo dirigerci verso una società migliore, dove etica e diritti, non solo dell’uomo ma anche dell’animale, non siano solo parole, ma, piuttosto, siano ispirazione per azioni concrete, nuove abitudini e gesti quotidiani.

Lascia un commento