Il 26 Agosto si celebra la Giornata Mondiale del Cane, una festività che ci ricorda (ma come possiamo dimenticarlo?) quanto siano speciali i nostri amici a quattro zampe. Per noi padroni, ogni peloso è assolutamente unico e inimitabile e ogni sua più piccola azione o espressione è degna di centinaia di foto e video.
Tuttavia, alcuni fra gli esemplari della specie canina sono davvero entrati nella storia. Così, per questa giornata a loro dedicata abbiamo deciso di ricordare i più famosi… perché non c’è solo il mitico Balto!
Cani regali: Argo e Peritas
Il primo è conosciuto per essere il cane più fedele e paziente della storia: Argo era infatti il cane di Ulisse e attese il suo ritorno a Itaca per dieci anni. Quando Ulisse finalmente tornò, Argo fu l’unico a riconoscerlo in tutta l’isola e, nonostante la vecchiaia, non esitò a riempire di feste il suo padrone.
Omero scrive:
Com’egli vide il suo signor più presso, e, benché tra quei cenci, il riconobbe, squassò la coda festeggiando, ed ambe le orecchie, che drizzate avea da prima, cader lasciò.
Purtroppo, il povero cane Argo morì fra le braccia del padrone, stremato dal tempo, ma contento di aver rivisto per un’ultima volta il suo migliore amico.
Peritas, invece, è un altro cane regale, quello di Alessandro Magno. Di lui raccontano Plutarco e Plinio il Vecchio. Pare che Peritas si fosse distinto agli occhi del padrone proprio per l’abilità e il coraggio nel combattimento: sconfisse infatti un leone e un elefante. Plutarco scrive che, alla morte di Peritas, Alessandro Magno organizzò per lui uno sfarzoso funerale e gli dedicò addirittura il nome di una città.
Cani astronauti: Laika, Belka e Strelka
Laika, Belka e Strelka sono tre cani “astronauti”, provenienti dalla Russia. Durante gli anni ’50 e ’60, infatti, la Russia fece grande uso di animali ai fini delle sperimentazioni e dei viaggi spaziali. La più conosciuta è sicuramente Laika.
Non tutti sanno che il vero nome della cagnolina era Kudrjavka: il nome con cui è nota in Occidente deriva da un fraintendimento tra un giornalista occidentale e una delle responsabili della missione che, alla domanda su quale fosse il nome del cane, rispose riferendosi alla razza: “Laika”. I Laika sono infatti cani siberiani simili agli Husky, scelti perché molto resistenti alle condizioni estreme, specialmente alle basse temperature.
Laika fu imbarcata a bordo dello Sputnik 2 ma il suo destino era segnato già dall’inizio: il razzo avrebbe fatto un viaggio di sola andata. Laika morì, a quanto si dice, per asfissia a causa di un guasto all’impianto di aerazione. Il suo corpo venne incenerito durante il rientro del satellite nell’atmosfera terrestre. La morte della povera Laika suscitò una serie di azioni di protesta nei confronti di ambasciate sovietiche in tutto il mondo, sollevando la discussione sull’utilizzo di animali per scopi scientifici.
Più fortunati furono i colleghi di Laika, Belka e Strelka, che salparono sullo Sputnik 5. Rimasero nello spazio per un’intera giornata, orbitando 18 volte intorno alla Terra e rientrando poi a casa, sani e salvi.
Hachiko e Fido
La fama di questi due cani precede le loro storie. Entrambi, però, hanno sicuramente preso spunto dal loro antenato Argo in fatto di fedeltà. Hachiko era il cane di un professore universitario del Giappone: accompagnava il suo amico umano ogni giorno a prendere il treno e, paziente, aspettava il suo ritorno. Il professore, un mattino, venne brutalmente stroncato da un ictus. Hachiko, tuttavia, continuò ad attenderlo, recandosi ogni giorno alla stazione alla stessa ora, sperando di vederlo tornare.
Anche Fido ha una storia molto simile, ma in Italia. Il cane, infatti, era originario di Luco del Mugello. Accompagnava ogni giorno il suo padrone alla fermata dell’autobus e aspettava il suo ritorno. Purtroppo, un giorno il padrone non rincasò, ucciso nel bombardamento a Borgo San Lorenzo, dove si recava per lavorare. Come nel caso di Hachiko, il cane non si perse d’animo e continuò ad andare alla fermata ogni giorno fino al momento della sua morte.
San Guinefort
Questa è la storia di un cane santo. Guinefort era il nome di un Levriero vissuto nella Francia del XIII secolo. La sua storia, però, non è tanto felice. La leggenda narra che Guinefort fosse il cane di un cavaliere che, un giorno, rientrato in casa, lo ritrovò nella camera da letto del figlio col muso sporco di sangue. Il bambino era sparito e il cavaliere, pensando che la colpa fosse di Guinefort, lo uccise.
Più tardi, però, ritrovo il bambino sotto a una coperta e vicino una vipera morta. Così, capì che il cane non aveva ucciso il bambino, ma lo aveva difeso. La storia di Guinefort si diffuse e negli anni la sua tomba si riempì di ex voto: molte persone si convinsero infatti che il cane fosse santo e compisse miracoli per aiutare i bambini.