Chiunque abbia un cane dovrebbe saperlo: camminare serenamente con il proprio amico al guinzaglio è un obiettivo che si raggiunge con calma e metodo, e non è alla portata di chi ha fretta. Ma, a volte, capita di chiedersi: “Perché il mio cane tira al guinzaglio”? Scopriamolo insieme in questo articolo.
È innaturale: ecco perché il cane tira al guinzaglio
Per iniziare, facciamo chiarezza. Per un cane, camminare “legato” a qualcosa ed essere guidato nei tempi e nei modi decisi da noi è innaturale. Se lasciato libero, infatti, un cane tende a compiere azioni ben diverse da ciò che noi vogliamo proporre. Ad esempio preferendo seguire in libertà gli stimoli olfattivi che provengono dall’esterno.
Poi, il cane ha una velocità media di deambulazione pari al doppio della nostra, per cui stare al nostro passo è per lui un’impresa stressante. Se proviamo a camminare accanto a un bambino di pochi anni ci renderemo conto di quanto sia difficile rallentare continuamente l’andatura. Infine, cambi di velocità e di direzione caratterizzano il movimento naturale del cane, mentre noi tendiamo a camminare in linea retta e con passo regolare. Non è quindi difficile capire perché il cane “tiri” al guinzaglio.
Serve un patto reciproco
Per rendere piacevole qualcosa di potenzialmente spiacevole come il guinzaglio, proviamo a metterci nei panni, o meglio nel pelo, del cane. Chiediamoci cosa possa farci piacere mentre camminiamo. La risposta è scontata: annusare ogni traccia! D’altra parte, non è possibile garantire una passeggiata con il naso sempre a terra, però si può stabilire un patto reciproco tra noi e il cane. In questo tacito accordo si nasconde la migliore strategia per la camminata a “sei zampe”.
Ecco come fare: stabilito un lato di posizionamento del cane, a destra o a sinistra, possiamo appoggiare una mano all’altezza dell’ombelico, spostando l’altra verso il basso. In questo modo, il guinzaglio verrà tenuto a due mani, ognuna con compiti diversi, con la prima che “fissa” un punto fisso di riferimento e la seconda che controlla la guida.
E ora arriva la parte in cui accontentiamo anche il nostro amico. Aperta la mano all’altezza del nostro ombelico e lasciato il guinzaglio nell’altra, lo lasceremo libero di annusare il mondo. Per quanto possa apparire complesso, in realtà è solo una questione di abitudine. Un continuo passaggio tra la prima e la seconda fase è la strategia vincente per una passeggiata equilibrata in cui entrambi possiamo muoverci a turno come la rispettiva natura impone.
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