Conoscere l’alimentazione dei gattini ci consentirà di prenderci cura della loro crescita nel migliore dei modi, fin dal primo mese di vita. Se in una prima fase è la mamma a occuparsi della loro alimentazione, segue poi il momento dello svezzamento e dobbiamo essere preparati per nutrire il piccolo in modo sano ed equilibrato. Ecco come, con i consigli del Medico Veterinario Monica Perego.
Dal latte allo svezzamento
Quando mamma gatta partorisce la dolce cucciolata si occupa anche di nutrire i piccoli mediante l’allattamento. Ma cosa accade se troviamo un gattino appena nato e non vediamo la mamma nei paraggi? In questo caso, dovremmo occuparci noi del suo nutrimento. Normalmente il gattino si nutre di latte materno fino a 3-4 settimane di età, poi va svezzato con cibo umido e solo a partire dalla sesta settimana è in grado di mangiare e digerire cibo secco.
Teniamo comunque presente che, nelle prime fasi di somministrazione di cibo secco, è utile inumidirlo con acqua tiepida. Meglio evitare il latte vaccino che potrebbe provocare dissenteria.
E ricordiamoci anche che da adulto micio sarà molto abitudinario e schizzinoso e non accetterà volentieri nuovi gusti e consistenze. Quindi approfittiamo di questa fase per fargli assaggiare più alimenti possibili. I gattini in crescita hanno bisogno di un’alimentazione con un contenuto più elevato di energia e proteine rispetto all’adulto, di quantitativi adatti di vitamine e minerali oltre a nutrienti specifici necessari per supportare le difese immunitarie
Alimentazione gattini: cibo casalingo o preconfezionato?
In questa fase della vita è veramente importante offrire al nostro gattino un alimento specifico. Per questo se ci affidiamo ai migliori marchi non correremo rischi di carenze o eccessi, come frequentemente capita con “il fai da te”.
È meglio iniziare, subito dopo lo svezzamento, con un’alimentazione umida, per poi passare alla “mista”, senza mai eliminare l’umido in quanto fonte di acqua. Anche se un felino sano tende a bere poco, è fondamentale aggiungere sempre un poco di acqua al cibo secco (le sue crocchette preferite, per esempio). In questo modo eviteremo, quando micio sarà adulto, disidratazione e problemi renali.
Alimentazione gattini: frequenza dei pasti
È importante impostare l’alimentazione dei gattini rispettando il loro comportamento naturale. Durante la fase della crescita il tubo digerente non è ancora completamente sviluppato, ma a questa età i micetti sono affamati, quindi bisognerebbe offrire loro tanti mini pasti distribuiti nelle 24 ore, durante le quali i nostri piccoli possono mangiare fino a 20 mini pasti.
Ma un’organizzazione simile può essere difficile da gestire. Quindi in alternativa possiamo preparare 4-5 piccoli pasti di umido suddivisi nella giornata, tenendo sempre cibo secco a disposizione anche di notte. In questo modo daremo anche cibo da sgranocchiare che consentirà al nostro gattino di seguire il suo istinto naturale di sfamarsi ogni giorno con diversi piccoli pasti.
Errori da evitare
Se decidiamo di dare ai nostri micetti un’alimentazione casalinga, non gestita da un veterinario o da un nutrizionista, rischiamo di fornire una dieta poco equilibrata con conseguenti problemi nella crescita che possono sfociare in problemi ancora più seri una volta raggiunta l’età adulta.
Con un’alimentazione “fai da te” si rischia di dare troppi carboidrati, sostituire alle proteine animali quelle vegetali, o più semplicemente dare troppa poca acqua. Abituare il gattino a bere già dai primi mesi di vita corrisponde ad allungargli la vita!
A circa un anno, il nostro gattino può essere considerato adulto, ad eccezione delle razze a crescita lenta come per esempio il Maine Coon. Dopo questa fase di sviluppo il nostro veterinario ci indirizzerà ad una nuova alimentazione che sarà studiata sulle caratteristiche fisiche e sullo stile di vita che condurrà il nostro amico.
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<p style=”margin-left: 1em;”><em>Fonte: <strong>Dott.ssa Monica Perego</strong>, medico veterinario libero professionista. Si occupa principalmente di medicina dello sport applicata alla cinofilia, con particolare attenzione alle patologie conseguenti ad un errato allenamento.</em></p>
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