Il fenomeno dell’ipertiroidismo nei gatti adulti o anziani è abbastanza diffuso. Prima di parlare di come si cura, però, vediamo di cosa si tratta e come si riconosce.
L’ipertiroidismo (o tireotossicosi) è una malattia causata da un aumento della produzione di ormoni T3 e T4 da parte della ghiandola tiroidea, che si trova nel collo del gatto. Molto spesso l’ingrossamento di questa ghiandola è dovuto alla presenza di un tumore, spesso di natura benigna (adenoma) ma in alcuni casi (più rari) di natura maligna (carcinoma o adenocarcinoma tiroideo).
Come riconoscere l’ipertiroidismo nei gatti?
Non sempre è facile individuare l’ipertiroidismo nei gatti, soprattutto durante i primi stadi della malattia: spesso i sintomi passano inosservati oppure ne viene sottovalutata l’importanza. Alcuni segnali d’allarme possono essere:
- Pelo spettinato, arruffato o grasso
- Calo di peso
- Aumento di appetito
- Più sete e minzione
- Vomito
- Diarrea
- Iperattività
In caso di presenza sospetta di questi sintomi, la cosa migliore da fare è sempre contattare il veterinario e chiedergli di visitare il gatto. Per capire la situazione, il dottore palperà il collo del gatto per poi controllargli la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Infine, gli farà le analisi del sangue e dei suoi componenti, tra cui, ovviamente, i livelli dell’ormone tiroideo. Alti livelli di ormone tiroideo T4 nel sangue indicano presenza di un caso di ipertiroidismo.
![ipertiroidismo](https://amicidicasa.it/wp-content/uploads/2020/11/photo-1448698314110-8c1b903e0717.jpeg)
Curare l’ipertiroidismo del nostro gatto
Per curare il gatto esistono tre possibili alternative:
- Cure farmacologiche
Alcuni farmaci antitiroidei equilibrano i livelli nel sangue di ormone tiroideo, ma non costituiscono una vera cura per la malattia. Tuttavia, questi farmaci permettono di mantenerla sotto controllo. Fanno effetto quasi sempre, ma è comunque consigliato sottoporre il proprio gatto ad esami del sangue periodici, in modo riconoscere tempestivamente eventuali effetti collaterali, spesso legati ai reni. - Terapia con iodio radioattivo
Questa terapia consiste nella somministrazione endovena di iodio radioattivo, necessario per la produzione degli ormoni T3 e T4; la radiazione emessa distrugge il tessuto tiroideo anomalo senza andare a danneggiare le aree circostanti. Il trattamento ha una percentuale di riuscita pari al 95% dei casi nel giro di una o due settimane dall’inizio della terapia. La radioattività non comporta rischi significativi per l’animale, ma sono comunque necessarie alcune misure precauzionali. - Chirurgia
Per curare l’ipertiroidismo nel gatto è possibile intervenire chirurgicamente con la rimozione della ghiandola tiroidea (tiroidectomia chirurgica). Questa procedura ha successo nella maggior parte dei casi trattati. Nonostante questo, è sconsigliata nei gatti che soffrono di problemi cardiaci e renali, poiché comporta necessariamente l’anestesia totale.
Cogliamo l’occasione per ricordarvi, ancora una volta, di rivolgervi al veterinario per ogni dubbio o sospetto.