Molti gatti adulti o anziani soffrono di ipertiroidismo, ma spesso i primi sintomi sono quasi impercettibili. Vediamo cos'è questa malattia.

28 Novembre 2020 di Chiara Pedrocchi

Il fenomeno dell’ipertiroidismo nei gatti adulti o anziani è abbastanza diffuso. Prima di parlare di come si cura, però, vediamo di cosa si tratta e come si riconosce.

L’ipertiroidismo (o tireotossicosi) è una malattia causata da un aumento della produzione di ormoni T3 e T4 da parte della ghiandola tiroidea, che si trova nel collo del gatto. Molto spesso l’ingrossamento di questa ghiandola è dovuto alla presenza di un tumore, spesso di natura benigna (adenoma) ma in alcuni casi (più rari) di natura maligna (carcinoma o adenocarcinoma tiroideo).

Come riconoscere l’ipertiroidismo nei gatti?

Non sempre è facile individuare l’ipertiroidismo nei gatti, soprattutto durante i primi stadi della malattia: spesso i sintomi passano inosservati oppure ne viene sottovalutata l’importanza. Alcuni segnali d’allarme possono essere:

  • Pelo spettinato, arruffato o grasso 
  • Calo di peso
  • Aumento di appetito 
  • Più sete e minzione
  • Vomito
  • Diarrea 
  • Iperattività

In caso di presenza sospetta di questi sintomi, la cosa migliore da fare è sempre contattare il veterinario e chiedergli di visitare il gatto. Per capire la situazione, il dottore palperà il collo del gatto per poi controllargli la frequenza cardiaca e la pressione sanguigna. Infine, gli farà le analisi del sangue e dei suoi componenti, tra cui, ovviamente, i livelli dell’ormone tiroideo. Alti livelli di ormone tiroideo T4 nel sangue indicano presenza di un caso di ipertiroidismo.

ipertiroidismo

Curare l’ipertiroidismo del nostro gatto

Per curare il gatto esistono tre possibili alternative:

  1. Cure farmacologiche
    Alcuni farmaci antitiroidei equilibrano i livelli nel sangue di ormone tiroideo, ma non costituiscono una vera cura per la malattia. Tuttavia, questi farmaci permettono di mantenerla sotto controllo. Fanno effetto quasi sempre, ma è comunque consigliato sottoporre il proprio gatto ad esami del sangue periodici, in modo riconoscere tempestivamente eventuali effetti collaterali, spesso legati ai reni. 
  2. Terapia con iodio radioattivo
    Questa terapia consiste nella somministrazione endovena di iodio radioattivo, necessario per la produzione degli ormoni T3 e T4; la radiazione emessa distrugge il tessuto tiroideo anomalo senza andare a danneggiare le aree circostanti. Il trattamento ha una percentuale di riuscita pari al 95% dei casi nel giro di una o due settimane dall’inizio della terapia. La radioattività non comporta rischi significativi per l’animale, ma sono comunque necessarie alcune misure precauzionali.
  3. Chirurgia
    Per curare l’ipertiroidismo nel gatto è possibile intervenire chirurgicamente con la rimozione della ghiandola tiroidea (tiroidectomia chirurgica). Questa procedura ha successo nella maggior parte dei casi trattati. Nonostante questo, è sconsigliata nei gatti che soffrono di problemi cardiaci e renali, poiché comporta necessariamente l’anestesia totale. 

Cogliamo l’occasione per ricordarvi, ancora una volta, di rivolgervi al veterinario per ogni dubbio o sospetto.

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