Ecco perchè i gatti amano mangiare il tonno e come è importante per loro riconoscere un sapore e avere un tipo di cibo preciso.

6 Agosto 2024 di Letizia

Probabilmente, nell’immaginario comune, nessun cibo è più associato ai gatti del tonno. Più del 6% di tutto il pesce pescato in natura finisce nel cibo per gatti. Eppure il tonno (o qualsiasi altro pesce) potrebbe sembrare uno strano alimento per un animale che si è evoluto nel deserto, adorato dagli antichi egizi come una divinità. Ora, i ricercatori affermano di aver trovato una spiegazione biologica per questa curiosa voglia.

Gli scienziati riferiscono che le papille gustative dei gatti contengono i recettori necessari per rilevare sapori come il dolce o l’amaro in modo davvero flebile, mentre apprezzano tantissimo i sapori sapidi. Le papille gustative dei gatti sono molto diverse da quelle umane, ma sono in grado di apprezzare il sapore dell’umami. Con questo termine giapponese si intende qualcosa di incredibilmente saporito. Per questo Micio adora il tonno, perché è un carnivoro obbligato e ama il gusto umami.

Questo è uno studio importante che ci aiuta a comprendere meglio le preferenze dei nostri animali domestici. Potrebbe aiutare le aziende di alimenti per i pet a sviluppare diete più sane e farmaci più appetibili per i gatti.

I gatti e i sapori

I gatti non riescono a percepire il sapore dello zucchero perché non possiedono una proteina chiave per percepirlo. L’assenza di questa proteina è dovuta al fatto, probabilmente, che non vi sia zucchero nella carne. C’è un detto tra gli studiosi dell’evoluzione: “Se non lo usi, lo perdi”. I gatti hanno anche meno recettori del gusto amaro rispetto agli umani, una caratteristica comune in tutti gli uber-carnivori.

Negli esseri umani e in molti altri animali, due geni, Tas1r1 e Tas1r3, codificano proteine ​​che si uniscono nelle papille gustative per formare un recettore che rileva l’umami. Studi passati avevano dimostrato che i gatti avessero il gene Tas1r3 nelle loro papille gustative, ma non era chiaro se avessero l’altro pezzo critico del puzzle.

gatto tonno

Gli studiosi hanno sottoposto a biopsia la lingua di un gatto soppresso per motivi di salute. Il sequenziamento genetico ha rivelato che le sue papille gustative possedevano sia i geni Tas1r1 che Tas1r3, pertanto hanno dimostrato che i gatti hanno tutti i meccanismi molecolari necessari per rilevare l’umami.

Durante un esperimento, 25 gatti sono stati sottoposti ad un test del gusto. In una serie di sessioni, sono state portate ai felini due ciotole d’acqua, ciascuna con varie combinazioni di aminoacidi e nucleotidi, o solo acqua. I gatti hanno mostrato una forte preferenza per le ciotole che contenevano molecole presenti negli alimenti ricchi di umami, il che suggerisce che questo sapore, più di tutti gli altri, è per i gatti qualcosa di molto invitante.

Secondo gli scienziati l’umami sarebbe importante per i gatti tanto quanto il dolce per gli umani. Il che significa che il sapore umani offre piacere e soddisfazione. I cani possono assaporare sia il dolce che l’umami, il che potrebbe spiegare perché non siano dei mangiatori così schizzinosi.

Tuttavia, non era solo l’umami in generale a essere bramato dai gatti. I felini mostravano una particolare preferenza per le ciotole contenenti istidina e inosina monofosfato, composti che si trovano a livelli particolarmente elevati nel tonno.

Questo indica che se da appassionati di cucina giapponese abbiamo a casa qualche scaglia di katsuobushi, uno degli ingredienti base della cucina nipponica, potrebbe aiutarci. Questo ingrediente è semplicemente un tonno essiccato con un aroma intenso, sapido, fragrante: se per caso il nostro gatto si rivelasse particolarmente schizzinoso nel mangiare la sua pappa, qualche scaglia potrebbe rendere irresistibile il pasto per Micio. 

Limportanza dello studio sui sapori

Pensiamo a quanto sia importante questo studio sui sapori. Un cucchiaio di umami (figurativamente parlando) potrebbe aiutare i farmaci per gatti a essere assunti più facilmente: una buona notizia per chiunque non sappia più cosa inventarsi per dare una pillola al gatto.

Perché i gatti abbiano una gran voglia di tonno, comunque, resta un mistero. Si sono evoluti nei deserti del Medio Oriente circa 10.000 anni fa, dove era improbabile che un pesce di qualsiasi tipo finisse nel menu.

Potrebbe essere un gusto che i gatti hanno sviluppato nel tempo. Già nel 1500 a.C, i gatti sono raffigurati mentre mangiano pesce nell’arte dell’Antico Egitto. Nel Medioevo, in alcuni porti del Medio Oriente, i felini consumavano grandi quantità di pesce, tra cui il tonno, probabilmente perché banchettavano con gli scarti lasciati dai pescatori. In entrambi i casi, i gatti che hanno sviluppato un gusto per il pesce, in particolare per il tonno, potrebbero aver avuto un vantaggio rispetto ai loro simili che “rubati” dall’Egitto erano stati imbarcati per nutrirsi solo di topi.

L’evoluzione non è mai casuale e, sicuramente, riusciremo a comprendere per quale motivo i gatti si tramandino geneticamente questa smodata passione per il pesce. Sicuramente ci aspetta una spiegazione scientifica che non comprenda solo una questione di gusto, ma anche un fattore di benessere fisico.

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