La calicivirosi del gatto determina un coinvolgimento delle prime vie respiratorie, caratterizzato da starnuti più o meno produttivi, congiuntivite

27 Agosto 2019 di Redazione

Calicivirosi del gatto: cosa è?

La calicivirosi del gatto determina un coinvolgimento delle prime vie respiratorie, caratterizzato da starnuti più o meno produttivi, congiuntivite, scolo oculare e nasale, febbre, apatia e mancanza di appetito. Ciò che lo differenzia dalla rinotracheite è la capacità di interessare anche il cavo orale con ulcerazioni della lingua, gengivite e stomatite, perdita di saliva dalla bocca e riluttanza ad alimentarsi.

I principali sintomi

I sintomi della calicivirosi sono legati a disturbi alla bocca e dell’apparato respiratorio e, solo in casi rari, possono interessare anche la superficie cutanea.

I sintomi più evidenti sono: le ulcere alla bocca, che impediscono al gatto di mangiare bene; problemi nasali e agli occhi, che si manifestano con continui starnuti, scolo nasale e congiuntivite; febbre alta e disidratazione.

Come prevenire?

Questa patologia può provocare al micio danni permanenti: principalmente stomatite ad andamento cronico, recidive e recrudescenze, per via di un’alterazione delle difese immunitarie del soggetto colpito. Poiché contro i virus non esistono molecole efficaci, anche in questo caso è utile intervenire con una terapia di sostegno, con l’obiettivo di attenuare i sintomi in attesa che l’organismo sconfigga l’infezione. Anche se bisogna sottolineare che per prevenirla esiste il vaccino contro la calicivirosi.

Infine, va segnalata anche la possibilità di una forma di calicivirosi sistemica più aggressiva di quella respiratoria, quasi sicuramente determinata da un ceppo virale mutante, in grado di colpire anche i gatti vaccinati. Questa variante, denominata da alcuni studiosi “sindrome infiammatoria sistemica da Calicivirus”, è fortunatamente rara, colpisce prevalentemente gli adulti, si diffonde in tutto l’organismo e risulta fatale in circa i due terzi dei soggetti interessati.

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