Quali vaccini deve fare il mio gatto? E ogni quanto va fatto il richiamo? Facciamo chiarezza

21 Settembre 2020 di Chiara Pedrocchi

Vaccino sì o vaccino no? Questa è una delle grandi questioni del nostro tempo, e non solo per quanto riguarda l’ambito felino. Facciamo chiarezza sui punti principali di questo argomento per quanto riguarda i nostri amici felini.

Cosa sono questi vaccini?

Per prima cosa, è importante sapere di cosa si parla, per capirne l’importanza per la salute dei nostri gatti.

I vaccini sono preparati biologici che contengono quegli stessi agenti capaci di provocare nell’organismo l’insorgenza di quelle malattie da cui vogliamo difendere i nostri gatti. Virus e batteri vengono trattati in laboratorio in modo da essere resi innocui e far sì che, una volta inoculati nel micio, suscitino da parte del suo sistema immunitario la produzione degli anticorpi atti a proteggerlo.

La WSAVA (World Small Animals Veterinary Association) ha di recente svolto una ricerca che ha fatto chiarezza sui protocolli vaccinali nella specie felina e ha sfatato numerosi luoghi comuni. Di conseguenza, è stato possibile definire linee guida che devono essere seguite per proteggere in modo adeguato i mici dalle malattie infettive.

Per quali malattie esistono i vaccini?

Le malattie contro cui agiscono questi preparati sono la panleucopenia felina, una grave infezione virale che colpisce soprattutto l’apparato gastro-intestinale, determinando nel contempo una diminuzione dei globuli bianchi; la rinotracheite infettiva, che interessa le prime vie respiratorie e gli occhi, manifestandosi principalmente con starnuti e scolo oculare; l’infezione da Calicivirus, una malattia che coinvolge principalmente le vie aeree superiori, la bocca e altri organi; la leucemia felina, piuttosto diffusa tra i soggetti randagi e semi-liberi, si manifesta in maniera molto subdola anche ad anni di distanza dalla penetrazione dell’agente infettante nel corpo del gatto ed è responsabile di tutta una serie di problemi, tra cui non vanno dimenticate alcune forme tumorali; la clamidiosi, che causa segni clinici oculari e respiratori e può essere trasmessa anche alla nostra specie; e la rabbia. Quest’ultima merita in realtà un discorso a parte, poiché la vaccinazione antirabbica è prevista esclusivamente per i gatti che escono dai confini del nostro Paese o che sono sottoposti a particolari condizioni di vita a rischio di contagio. Per la rabbia esistono diversi vaccini: alcuni prevedono un richiamo annuale, altri un richiamo ogni due anni, altri ancora ogni tre. Anche in questo caso è importante valutare con il veterinario le vaccinazioni necessarie al nostro gatto in base al suo stile di vita e la frequenza con cui devono essere effettuate.

Tra le vaccinazioni, che quella per la clamidia deve essere fatta solo a quei soggetti che vivono in ambienti dove è presente il parassita.

Quali gatti vanno vaccinati?

Sebbene tutti i gatti possano ammalarsi, il rischio di contrarre queste infezioni è legato soprattutto allo stile di vita di ogni micio, nello specifico al contatto con soggetti che conducono vita randagia o semi-libera e alla frequentazione di pensioni, gattili e simili, così come ai fattori epidemiologici che caratterizzano l’area geografica di residenza.

È comunque buona norma vaccinare i gatti cosiddetti di casa con i prodotti di tipo trivalente, che contengono le entità contro la panleucopenia felina, la rinotracheite infettiva e l’infezione da Calicivirus. Se i nostri amici hanno la possibilità, anche solo per brevi periodi, di accedere all’esterno e di girare per il circondario, meglio optare per i vaccini pentavalenti, che proteggono anche dalla leucemia felina e dalla clamidiosi.

I gatti che hanno accesso all’esterno devono essere immunizzati in particolare nei confronti della leucemia virale felina o FeLV, un retrovirus che si trasmette con l’accoppiamento, tramite morsi ma anche con la toelettatura o la condivisione di ciotole. È possibile verificare che il micio non sia già affetto da questa malattia con un test rapido eseguito in ambulatorio che controlla la positività anche nei confronti della Fiv (Feline Immunodeficiency Virus), patologia per cui, purtroppo, in Italia non esiste la vaccinazione. Il vaccino deve essere richiamato annualmente o ogni due anni ed è importante, ciclicamente, ripetere il test per la FeLV: purtroppo nessuna vaccinazione è in grado di proteggere al 100 per cento i nostri mici.

Tutti i cuccioli, compresi i gattini, ricevono dalla madre la cosiddetta immunità passiva, cioè i suoi anticorpi. Questi hanno lo scopo di proteggere il micio nelle prime settimane di vita. Tuttavia, la presenza di questi anticorpi va a interferire con le prime vaccinazioni, riducendone l’efficacia. Per questo i gattini figli di mamme regolarmente immunizzate devono essere vaccinati per la prima volta a due mesi di età e sottoposti a un richiamo rispettivamente dopo quattro e otto settimane dalla prima dose, in modo tale che l’ultima inoculazione corrisponda al compimento dei quattro mesi di vita.

Nel caso di soggetti di dubbia provenienza, possono essere opportune altre iniezioni, a discrezione del veterinario. Terminato il ciclo di base, si procede in questo modo: il primo richiamo va comunque eseguito al compimento dell’anno, per essere poi seguito, nei gatti che vivono esclusivamente in casa, da regolari vaccinazioni a cadenza triennale.

Posso vaccinare il mio gatto da solo?

La vaccinazione è un’operazione molto importante e ufficiale, di competenza del veterinario. Non è pertanto corretto rivolgersi a infermieri o allevatori, né tanto meno provvedervi in prima persona. Prima di eseguirla, dunque, il dottore prenderà atto del buono stato di salute del micio e del fatto che non ospiti nel suo organismo parassiti di alcun tipo.

Una volta effettuata l’iniezione, il professionista registrerà la vaccinazione sul libretto sanitario, riportando la data del giorno e quella consigliata per il successivo richiamo. A conclusione della procedura, apporrà la propria firma sul certificato e metterà il suo timbro, comprovante la sua iscrizione all’albo professionale e la sua conseguente idoneità all’ esecuzione della vaccinazione. E noi potremo stare più tranquilli perché è un medico a proteggere il nostro gatto!

Lascia un commento