S.O.S pelle: il granuloma eosinofilico del gatto
Tra i problemi che possono interessare la pelle dei nostri amici, uno dei più comuni è il complesso del granuloma eosinofilico del gatto. Il termine “granuloma” indica un’aggregazione di cellule infiammate, mentre “eosinofilo” sottintende la buona presenza di un particolare tipo di globuli bianchi chiamati, appunto, granulociti eosinofili.
Il granuloma eosinofilico del gatto: i sintomi
I sintomi del granuloma eosinofilico si manifestano solitamente sul retro di una o di entrambe le cosce del micio, provocano l’infiammazione di un’intera area dalla forma allungata e causano un forte prurito, arrossamento e caduta del pelo. Le zone colpite spesso sono umide e il prurito è insopportabile.
Possono essere colpite anche altre parti del corpo, per esempio la gola, zona molto dolorosa per il micio per il quale diventa difficile anche mangiare.
Il granuloma eosinofilico del gatto: le cause
Le cause del granuloma eosinofilico possono essere: allergie nei confronti di parassiti (pulci), allergia alimentare, allergia ai pollini e alla polvere di casa (dermatite atopica), allergia alla puntura di insetti o più comunemente lo stress. In alcuni casi un ruolo determinante lo svolgono anche gli agenti infettivi come batteri o virus.
Tuttavia la medicina veterinaria ci tiene a precisare che le cause non sono state determinate in modo definitivo. Secondo alcuni studiosi il granuloma eosinofilico si tratterebbe di una malattia autoimmune: il micio produce anticorpi contro il proprio organismo anziché a favore.
Come si cura?
Poiché il granuloma eosinofilico del gatto non è una malattia vera e propria, di conseguenza non esiste una cura valida per tutti i casi. Se il veterinario individua le cause, può somministrare antibiotici o prescrivere una dieta ipoallergica.
Qualora la causa non venga identificata, le possibilità terapeutiche sono la somministrazione di cortisone, o l’intervento chirurgico col laser o con la criochirurgia.