Per la Storia della Settimana ci scrive una nostra lettrice di Argos: Maddalena Malservigi da Roma. Maddalena ci ha raccontato della sua gattina Molly.

1 Giugno 2019 di Redazione

La storia della settimana: Maddalena ci racconta della sua gattina Molly

Per la Storia della Settimana ci scrive una nostra affezionata lettrice di Argos: Maddalena Malservigi da Roma. Maddalena ci ha raccontato della sua gattina Molly (mancata un po’ di tempo fa). La sua morte a soli sette anni per lei è stata un trauma. Tutto è avvenuto in poco tempo, anche se era consapevole della malattia di Molly certi dolori sono difficili da superare.

Maddalena ci racconta: «Era una gatta speciale ed io e lei vivevamo in simbiosi»

«Un giorno, purtroppo, io dovetti entrare in ospedale per un intervento chirurgico (ogni tanto anche la mamma crollava!). Ero in pensiero perché  in famiglia non trovai nessuno disposto a seguire la mia gattina Molly durante la mia assenza momentanea. Era una gatta un po’ impegnativa, aveva mille problemi e la cosa mi preoccupava. Decisi, quindi, di lasciarla nella pensione della Clinica Veterinaria che frequentavamo: era un ambiente che lei conosceva e, in caso di necessità, ci sarebbero stati i medici che la seguivano già. Così potei andare in ospedale con più serenità e pensare alla mia salute.

Il giorno del mio intervento, sotto l’enorme lampadario della sala operatoria, mi sentii dire: ”Adesso pensi a qualcosa di piacevole che le facciamo fare una bella dormita!”. Io pensai a Molly. Mi addormentai con l’immagine del suo musetto davanti ai miei occhi perché per me lei era un modello di vita, di coraggio e di altruismo (anche se può sembrare strano riferito ad un gatto…) e in quel momento sapevo che mi avrebbe dato serenità. Per fortuna l’operazione andò bene e risolsi i miei problemi.

Il giorno successivo, passeggiando nel corridoio del reparto, un chirurgo che conoscevo solo di vista mi si avvicinò e mi disse: ”Vedo che già cammina, allora tra qualche giorno potrà uscire, sarà contenta. Così potrà ritornare finalmente dai suoi cuccioli”. Io risposi: ”Si, non vedo l’ora!”. Poi, sorpresa, aggiunsi: ”Scusi, dottore, ma noi non ci conosciamo. Come fa a sapere dei miei cuccioli?”. Mi rispose lui sorridendo: ”Ero in sala operatoria come assistente al suo chirurgo e lei, prima di addormentarsi, ha nominato i suoi cani e la sua gatta chiedendo al Signore di proteggerli”. Poi aggiunse: ”E sapesse quante altre cose ha raccontato sotto anestesia ma è meglio non approfondire, sorvoliamo!”. Io sorrisi ma rimasi sconvolta: il mio ultimo pensiero era stato per i miei cuccioli! Tornata in stanza telefonai in clinica per avere notizie di Molly. Mi comunicarono che la mia micetta stava bene ma che il giorno prima era stata giù di morale. La dottoressa mi disse: ”Molly non ha avuto problemi di salute ma ieri è stata depressa tutto il giorno. La mattina si è rifugiata molto triste in un angolino della sua cuccia e non si è più mossa. E’ tornata a stare bene solo nel tardo pomeriggio quando ha finalmente mangiato ed è ritornata quella di sempre”. A quelle parole mi commossi… Molly era stata in sintonia con me anche da lontano! Lei era felice quando io ero felice e soffriva quando io non stavo bene. Quel giorno si era intristita e non aveva mangiato proprio mentre io ero sotto i ferri e si era ripresa soltanto nel tardo pomeriggio quando io ero fuori pericolo e avevo ormai smaltito l’anestesia. Ancora una volta mi era stata accanto e aveva sentito la mia sofferenza!  Lei aveva pensato a me ed io a lei… Se non era amore puro quello…».

Rubrica: “La storia della settimana”!

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