Il proprietario di un cane corso è stato condannato a otto mesi di reclusione per il taglio alle orecchie del proprio cane per motivi “estetici”.

12 Maggio 2021 di Chiara Pedrocchi

Nell’ambito dell’operazione Dirty Beauty (Bellezza sporca) dell’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) di Roma, il proprietario di un cane corso è stato condannato a otto mesi di reclusione e al pagamento delle spese processuali per aver fatto tagliare le orecchie e la coda al proprio cane per motivi “estetici”. Quella di ieri è la terza condanna per il reato di taglio delle orecchie portata a segno dalle guardie zoofile Oipa in soli sette mesi.

Come riportato in un comunicato stampa di Oipa, questa volta a essere condannato è stato un romano di 64 anni che nel 2017, partecipando a un’esposizione canina al Palacavicchi di Roma con il suo cane corso con coda e orecchie tagliate, aveva attirato l’attenzione degli agenti Oipa, impegnati da molti anni a controllare questo genere di manifestazioni che spesso vedono la partecipazione di molossoidi mutilati per obsoleti “standard di bellezza” ormai vietati. Le mutilazioni di coda (caudotomia) e orecchie (conchectomia) configurano un reato di maltrattamento che prevede fino a 18 mesi di reclusione e una multa fino a 30 mila euro.

Per fare ammettere il cane alla manifestazione era stato esibito un certificato veterinario che giustificava la mutilazione per motivi di salute dell’animale, che le successive indagini di polizia giudiziaria svolte dalle guardie zoofile hanno accertato essere falso.

Il giudice monocratico di Roma, ritenuto l’uomo colpevole dei reati di maltrattamento di animali e utilizzo di atto falso, lo ha condannato a otto mesi di reclusione, al risarcimento di tremila euro per la parte civile di Oipa e al pagamento di 1700 euro per le spese legali.

Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia, ha dichiarato:

I molti controlli delle nostra guardie zoofile a livello nazionale hanno portato a oltre ottanta denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari. Questa è soltanto l’ennesima condanna ottenuta e siamo certi che ne arriveranno molte altre. Le pronunce dei Tribunali su nostre denunce stanno mettendo fine a questa pratica crudele e illegale e, grazie all’attività di repressione di questi reati, il fenomeno è in netta diminuzione.

Quella del taglio della coda e delle orecchie dei cani di alcune razze a fini estetici, oltre che dolorosa per l’animale, è una pratica illegale. Tali pratiche sono vietate anche dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, ratificata dall’Italia con la legge n. 201/2010.

Claudio Locuratolo ha concluso:

Le federazioni nazionali ed internazionali per la cinofilia dovrebbero assumere posizioni più severe ed escludere dalle manifestazioni cani mutilati. Inoltre, gli Ordini dei medici veterinari dovrebbero essere meno indulgenti nei confronti dei propri iscritti.

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