Sterilizzare un gatto non è affatto una scelta “morale” ma piuttosto un’assunzione di responsabilità, nonché un atto dovuto di igiene e profilassi volto al benessere del gatto stesso. Scopriamo di cosa si tratta.

6 Novembre 2018 di Redazione

La sterilizzazione del gatto

Sterilizzare un gatto non è affatto una scelta “morale” ma piuttosto un’assunzione di responsabilità, nonché un atto dovuto di igiene e profilassi volto al benessere del gatto stesso. In molti casi, soprattutto per gatti soli costretti a vivere in appartamento o per gatti domestici lasciati liberi di frequentare gatti randagi, la sterilizzazione è infatti l’unico mezzo per mantenerli in salute in perfetto equilibrio psicofisico.

Regole generali

  • Sia che si tratti di micio o di una micia, è importante prendere una decisione prima che il gatto raggiunga la maturità sessuale. Così facendo eviteremo all’animale di “conoscere” i turbamenti amorosi dei calori per poi costringerlo a un’astinenza imposta chirurgicamente.
  • Per le femmine è particolarmente importante intervenire prima della pubertà, per evitare lo sviluppo di tumori all’utero e alle ovaie.
  • Il  fattore “etico”. In molti rabbrividiscono a sentir parlare di castrazione, pensando che sia una tortura inutile, ma non è così: un gatto sessualmente inattivo, soprattutto se libero di uscire di casa, ha aspettative di vita e buona salute infinitamente maggiori di un gatto “intero”.
  • Il maschio castrato non ingaggerà troppe zuffe nel periodo dei calori e le femmine sterilizzate non correranno il rischio di ammalarsi o incappare in gravidanze indesiderate.
  • Far partorire una gatta e separarla subito dai suoi cuccioli è una crudeltà infinitamente maggiore che sottoporla a un banale intervento chirurgico.
  • Sbagliato è anche ricorrere a pillole o iniezioni che promettono il momentaneo abbattimento degli appetiti sessuali: malanni, turbe psicologiche, tumori e infezioni sono in agguato.

La sterilizzazione del gatto: un po’ di peso

Tendenzialmente i gatti sterilizzati tendono a ingrassare per via dell’inevitabile squilibrio ormonale prodotto dall’intervento chirurgico e a causa dell’inattività fisica che ne deriva. Ma non è un dramma. Se l’ingrassamento avviene in termini preoccupanti basta consultarsi col veterinario per cercare di individuare una dieta equilibrata. Meglio qualche chiolo in più che un gatto intrattabile e malato o una casa maleodorante.

Sterilizzazione gatta

La sterilizzazione della gatta

Generalmente le gatte raggiungono la prima maturità sessuale tra il sesto e il decimo mese cominciando a subite i cosiddetti “calori” due/quattro volte l’anno, periodi durante i quali i si alterneranno momenti di calma a veri e propri “turbamenti” con miagolii continui, cambi di umore e ripetuti tentativi di fuga da casa. È normale. La femmina chiama il gatto nel momento in cui è pronta a riceverlo, se non lo trova aumenta i suoi segnali. Se vogliamo evitare tutto ciò dobbiamo ricorrere alla sterilizzazione operando in tre modi.

  • Ovariectomia, ossia l’asportazione delle sole ovaie: è la soluzione più praticata, la più consigliata dai veterinari, perché si può praticare in qualsiasi momento, anche dopo diversi calori (o un parto) e non causa particolari problemi. L’intervento, in anestesia totale, è banalissimo: pochi punti di sutura e qualche giorno di riposo.
  • Ovarioisterectomia, cioè asportazione dell’utero e delle ovaie: intervento più serio del precedente, molto più radicale, che viene operato solo in casi particolari.
  • Legatura delle tube: una via di mezzo che permette alla gatta di andare in calore ma di non avere cuccioli. Oggi è vivamente sconsigliata a causa delle più che probabili congestioni circolatorie, mastopatie ed endometriti (problemi all’utero e alle mammelle) che possono far stare molto male la gatta.

Castrazione gatto

La castrazione del gatto

Il gatto cosiddetto “intero” ha le sue esigenze: contrariamente alle femmine è sessualmente attivo tutto l’anno, sempre alla ricerca di una femmina disponibile, pronto ad azzuffarsi con altri gatti per il dominio del territorio. Un dominio che marca con spruzzi maleodoranti sia in casa che in giardino. Anche qui l’unica via d’uscita è rappresentata da due interventi chirurgici.

  • Castrazione, ossia asportazione totale dei testicoli: è la soluzione più consigliata dai veterinari, in quanto non produce effetti collaterali ed evita al povero micio di avvertire appetiti sessuali che non potrà mai soddisfare. Con l’abbattimento del desiderio sessuale il gatto smetterà di marcare il territorio e di cercare conflitti con altri gatti.
  • Vasectomia, ossia interruzione dei condotti deferenti all’interno dei testicoli: dopo questo intervento, oggi in larga misura sconsigliato, il gatto sarà in grado di accoppiarsi con le femmine ma senza correre il rischio di fecondarle. Ciò però non ci mette al riparo da spiacevoli zuffe e dai rumori molesti.

 

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