Cosa c'entrano i gatti, il Vietnam e l'amore? Al Stewart unisce questi elementi in un brano indimenticabile, The Year of the Cat.

24 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

Uscita nel 1976, “Year of the Cat” (L’anno del gatto) è una canzone del cantatore inglese Al Stewart. A marzo del 1977 il brano raggiunse l’ottava posizione della classifica Billboard Hot 100.

Ma come è nata la canzone e cosa c’entrano i gatti con il testo? Al Stewart, quando ha suonato la canzona alla Royal Albert Hall nel 2015, ha spiegato che:

This one came about in a really strange way. (…) I was touring in America in 1975 and Peter Wood continually, at every soundcheck I ever went to, he played this riff on the piano. After I heard it about 14 times I said, “You know, there’s something about that. It sounds kind of haunting and nice. Can I write some lyrics to it?” And he said: “Sure, go and write some lyrics.”(…)
I was beginning to lose my mind because I had this piece of music forever and I couldn’t think of any words. I had a girlfriend at the time and she had a book on Vietnamese astrology, which was kind of obscure, and it was open at a chapter called ‘The Year Of The Cat.” (…) I don’t know a whole lot about a whole lot of things but I recognize a song title when I see one and that was a song title. But then another problem: what do you do? (…) I thought, “You can’t write about cats, it’s ridiculous.” (…)
Somehow or other, in between all of that and Vietnamese astrology, we came up with this.”

(Questa canzone è venuta fuori in modo molto strano. (…) Ero in tour in America nel 1975 e Peter Wood in continuazione, a ogni soundcheck che facevamo, suonava questo riff al piano. Dopo averlo sentito tipo 14 volte ho detto “Sai, c’è qualcosa di interessante in questo. Ha un suono che coinvolge ed è piacevole. Posso scriverci sopra delle parole?” e lui disse “Certo, vai e scrivici un testo“. (…) Stavo iniziando a perdere la testa perché avevo questo pezzo fisso in testa e non mi venivano in mente delle parole. Avevo una ragazza, ai tempi, che aveva un libro sull’astrologia vietnamita, che era un po’ oscura, e il libro era aperto su un capitolo chiamato “L’anno del gatto”. (…) Non so molto di molte cose ma riconosco il titolo di una canzone quando lo vedo e questo era il titolo di una canzone. Ma poi un altro problema: che fare? (…) Ho pensato: “Non si può scrivere di gatti, è ridicolo” (…) In un modo o nell’altro, in mezzo a tutta quell’astrologia vietnamita, ne è uscita questa.)

Niente micini scodinzolanti o dormiglioni, dunque, ma un po’ di orientalismo a collegare questa canzone con i nostri amici di casa. Il brano parla infatti di un innamoramento fugace in mezzo alla folla in un paese straniero, tra bus e turisti e di una ragazza che, avvolta dall’incenso e dal profumo di Patchouli, racconta di venire dall’anno del gatto.

La canzone, lunga quasi sette minuti, rende alla perfezione l’idea dell’atmosfera descritta. E anche se i nostri a-mici non ne sono protagonisti, rimane comunque un capolavoro musicale!

Lascia un commento