Poiché non è obbligatorio che i gatti abbiano il microchip, quando se ne trova uno che sembra abbandonato o randagio, è impossibile stabilire un collegamento col padrone. Di conseguenza, purtroppo, non è possibile sanzionare chi li abbandona o maltratta.
Gli enti locali sono molto spesso dotati di soli canili sanitari ma non di gattili. La custodia e la cura di eventuali gatti randagi, maltrattati o abbandonati, ricade allora sulle “gattare” che seguono le numerose colonie sul territorio, oppure sull’operato volontario delle associazioni animaliste.
Non esiste per i gatti una procedura istituzionale come per i cani al momento di un ritrovo, ma l’ENPA suggerisce comunque una serie di accortezze da seguire al fine di ottenere lo stesso risultato.
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Cercare di trattenere il gatto per impedirgli di allontanarsi. Questo dipenderà molto dallo stato in cui si trova, dal luogo, dalla paura e dalle sue abitudini. Se il gatto è docile e si lascia facilmente avvicinare e coccolare è sicuramente un gatto domestico. Accertarsi prima di tutto che non abiti nelle vicinanze e che non sia abituato ad uscire di casa.
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Constatare subito ad occhio le sue condizioni di salute e nutrizione. Provare ad offrire cibo ed acqua (non dare latte vaccino, spesso è causa di problemi intestinali, quindi meglio evitarlo). Ormai croccantini e cibo umido per gatti sono venduti anche nelle più piccole botteghe o panifici.
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Verificare se il gatto è stato tatuato dall’ULSS20 controllando all’interno dei padiglioni auricolari. Questo è un segno evidente del fatto che il gatto sia di una colonia felina controllata e tutelata oppure che il gatto era stato precedentemente preso in carico da qualche associazione.
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In ogni caso, sarebbe utile far visitare il gatto ad un veterinario, per constatarne le condizioni di salute, eventuali malattie istantaneamente diagnosticabili o apportare le prime cure mediche necessarie. Notoriamente i veterinari sono liberi professionisti, quindi l’ammontare della parcella per la visita starà solo al loro buon cuore.
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Affiggere il prima possibile dei volantini del gatto trovato (ovviamente molto meglio con foto) nella zona di ritrovamento. Se possibile poi diffondere la notizia nei luoghi di maggior passaggio come supermercati, fermate di mezzi pubblici, negozi di articoli per animali ecc. Diffondere la segnalazione presso gli ambulatori veterinari e tutte le Associazioni Animaliste di volontariato presenti in zona.
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Segnalare il ritrovamento, sempre ovviamente corredato da una foto, sui siti che raccolgono dati sugli animali persi e trovati a livello locale.
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Mandare una segnalazione a tutte le associazioni animaliste presenti sul territorio, avendo cura di specificare il proprio nome e cognome, numero di telefono o indirizzo e-mail (in modo da poter essere contattati da chi dovesse riconoscere il micio) e zona dove il gatto è stato ritrovato. Cosa importantissima è avvisare le sezioni appena si ritrovi il proprietario, al fine di poter cancellare la segnalazione.
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Alcune associazione, come ENPA, possono aiutare nel ricercare una sistemazione per il gatto, sia essa un’adozione definitiva o uno stallo. A questo deve però precedere un accurato controllo medico che constati la totale salute del gatto, la negatività a FIV e FELV e ad altre patologie altamente contagiose tra felini e deve risultare effettuata la vaccinazione trivalente.