A quasi 40 anni dalla sua uscita, "Eye of the Tiger" non smette di caricare sportivi e non prima di ogni grande sfida.

17 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

Non serve essere campioni per essersi sentiti almeno una volta nella vita gloriosi quanto il leggendario Rocky, che sale sul ring sulle note di “Eye of the Tiger” (L’occhio della Tigre) dei Survivor. La melodia, infatti, tende a entrare in testa facilmente, con le sue note iniziali e la carica di adrenalina che poche altre canzoni sono capaci di dare.

Il brano ha una storia particolare. Fu composto nel 1982 dal chitarrista Frankie Sullivan e dal tastierista Jim Peterik dopo che trovarono nella segreteria telefonica un messaggio di Sylvester Stallone che chiedeva loro di comporre un pezzo per il terzo capitolo della saga “Rocky”. In realtà, la prima scelta dell’attore era stata un’altra: la canzone che doveva fare da colonna sonora al film era infatti “Another one bites the dust” dei Queen, che tuttavia non concessero i diritti.

Oggi possiamo dire che, vista la fama conquistata da “Eye of the Tiger”, era destino andasse così. Il singolo dei Survivor, infatti, arrivò al primo posto nella Billboard Hot 100, fu nominato all’Oscar come “Miglior Canzone” e vinse un Grammy Award come miglior performance rock di un gruppo.

A dire la verità, inizialmente il titolo della canzone doveva essere un altro: poiché la band americana pensava che “Eye of the Tiger” fosse troppo scontato, avevano composto il brano secondo uno schema di rime ben preciso, per cui “Rival” faceva rima con “Survival”. Ma in un’intervista Jim Peterik ha spiegato che

At the end of the day, we said, “Are we nuts?” That hook is so strong, and “rival” doesn’t have to be a perfect rhyme with the word “tiger”. We made the right choice and went with “Eye of the Tiger”.

(“Alla fine della giornata ci siamo chiesti, “Siamo pazzi?” L’attacco è così potente, e “rivale” non deve rimare perfettamente con la parola “tigre”. Abbiamo fatto la scelta giusta e abbiamo continuato con “Eye of the Tiger”).

Un altro aneddoto riguarda la versione presente nel film, che differisce leggermente da quella incisa nel terzo album dei Survivor: nel film si sentono, in sottofondo, dei ruggiti di tigre.

Ma di cosa parla questo brano? Non poteva che raccontare la storia di un combattente, “just a man and his Will to survive” (“solo un uomo e la sua volontà di sopravvivere“), e di come il lottatore guardi tutti noi tramite, per l’appunto, l’occhio della tigre, predatore magnifico dallo sguardo che rivela una determinazione senza pari.

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