Il 12 ottobre il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso di Enpa e Oipa per la sospensione dell'ordinanza  del presidente della Provincia Autonoma di Trento, Fugatti, per la cattura dell'orsa JJ4. 

13 Ottobre 2020 di Chiara Pedrocchi

Alla luce di quanto osservato, e salvo ulteriore approfondimento collegiale, accoglie l’istanza e per l’effetto in riforma totale dell’ordinanza appellata sospende l’esecutorietà della ordinanza impugnata in primo grado, fino alla discussione collegiale cautelare, che fissa alla camera di consiglio del 19 novembre 2020.

Queste le parole esatte della sentenza del Consiglio di Stato, che ieri pomeriggio ha accolto il ricorso di Enpa e Oipa che chiedevano la sospensione dell’ordinanza del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, per la cattura dell’orsa JJ4, dopo che alcuni giorni fa il Tar di Trento l’aveva respinto.

La sentenza sottolinea con forza il principio di “protezione rigorosa” assicurata all’orso in base alla direttiva europea Habitat. Mette poi in luce come questo tipo di ordinanza sia valido soltanto se per un intervento non esistano altre soluzioni. In questo caso, poi, l’ordinanza è stata emanata in ritardo e senza tener conto dei pareri scientifici indipendenti, ma solo di quelli dei propri uffici.

Nel documento si fa riferimento anche all’incidente sul monte Peller: in quell’occasione, JJ4 aveva ferito due cacciatori che si aggiravano in zona per preparare una futura battuta al cinghiale (secondo altre versioni, cercavano funghi), ma la Provincia di Trento non ha mai accertato se l’orsa avesse con sé i piccoli: un particolare non secondario, visto che la necessità di proteggere i cuccioli avrebbe spiegato un comportamento altrimenti anomalo per questa femmina, mai segnalata per nessuna ragione prima di allora nonostante sia tra gli orsi più anziani della zona.

 

Per quanto riguarda le due guardie forestali coinvolte in un secondo incidente con JJ4, riportato però solo dalla Provincia di Trento, nel decreto si legge

i forestali si addentrano nella boscaglia per verificare cosa stesse mangiando l’orsa. Avvistata l’orsa nel bosco, il primo dei due forestali si dava prontamente alla fuga, come il secondo forestale che addirittura cadeva a terra, mentre l’orsa dopo breve inseguimento si bloccava e fuggiva.

In questa occasione, dove peraltro erano i due forestali ad essersi avvicinati imprudentemente, l’orsa aveva dimostrato di non essere pericolosa: se lo fosse stata, li avrebbe certamente attaccati.

Il Consiglio di Stato ha quindi decretato l’inammissibilità della cattura, sia per l’esigenza di tutelare la vita di esemplari di specie protetta, sia perché nella stagione autunnale l’uomo frequenta meno i boschi e gli orsi vanno in letargo. Inoltre, proprio a proposito del periodo di letargo, l’Organo ha valutato come “danno irreparabile per i tre cuccioli” la cattura della madre, sottolineando che la documentazione prodotta in proposito dalla Provincia di Trento si rifà a “specie di orso diverso da quello delle Alpi centroorientali“, mentre nel caso degli orsi in Trentino segnala come “normale l’allontanamento dalla madre a circa 16-17 mesi di età, cioè appunto almeno dopo il primo letargo, che nel caso in esame inizierà tra poche settimane“.

Infine, il Consiglio di Stato ha riconosciuto il valore del lavoro del Ministero dell’Ambiente, che ha inviato una delegazione di esperti al centro di detenzione del Casteller. La conseguente relazione firmata dai carabinieri Cites e forestali, nonché dall’Ispra, ha evidenziato che la struttura non garantisce affatto le condizioni di benessere degli animali.

Enpa e Oipa hanno commentato così la sentenza:

È una sentenza importantissima ed estremamente articolata e chiara, che afferma l’esigenza di una riforma totale dell’ordinanza che Maurizio Fugatti ha pervicacemente voluto e difeso ricevendo, pochi giorni fa, il sostegno del Tar di Trento.

Anche noi di Amici di Casa, con Oipa, Enpa e milioni di cittadini che vogliono la libertà e la tutela degli animali selvatici, gioiamo del risultato raggiunto. Ci auguriamo che si vada creando maggiore consapevolezza nella tutela degli orsi e più rispetto del grande patrimonio naturale faunistico che ci ritroviamo, che appartiene a tutti noi. 

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