L’orsa JJ4 sarà libera di fare la mamma. Fortunatamente, infatti, il Tar ha accolto la richiesta di sospensiva dell’ordine di cattura, emanato dalla Provincia di Trento, presentata da Enpa e Oipa, che hanno dichiarato:
Un provvedimento estremamente importante, che accogliamo con grande gioia. Felici per l’orsa e i suoi cuccioli, per la tutela del patrimonio più prezioso di biodiversità e per poter dare voce ai tantissimi cittadini in apprensione per la sorte dell’orsa.
Ora bisogna aspettare la discussione delle due ordinanze presentate di recente: l’udienza è prevista per il mese di ottobre. La prima delle due riguarda, appunto, la reclusione a vita dell’orsa JJ4, mentre la seconda prevede l’ergastolo per M57 (l’orso coinvolto nello scontro con il giovane carabiniere) e per tutti gli orsi – non identificati e in numero indefinito – che si affaccino, anche fuggevolmente ed episodicamente, nei comuni di Folgarida, Andalo e limitrofi.
La sentenza di sospensiva del Tar può essere un richiamo alla ponderazione nelle pubbliche decisioni. Bisogna smettere di inserire trappole, sia agli orsi sia al diritto, a cominciare dal Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali (PACOBACE), ossia il documento di riferimento per la gestione di questa specie, tante volte invocato negli atti ufficiali dalla Provincia Autonoma di Trento mentre se ne violavano lettera e spirito.
Nel periodo precedente alla sentenza del Tar, infatti, erano state posizionate diverse trappole nella zona dove si trovava l’orsa JJ4, la quale, tra l’altro, dovrebbe andare in letargo a breve. Inoltre, la struttura che dovrebbe accoglierla, il Casteller, era stata classificata come illegale, poiché incompatibile con le esigenze etologiche degli animali.
Infatti, la situazione, già inaccettabile per l’insensatezza con cui si sta dando la caccia a questi animali, sta diventando pericolosa anche dal punto di vista scientifico, poiché si va nella direzione dell’impoverimento genetico.
Infine, come se non bastasse, politiche di questo tipo comportano un dispendio enorme di risorse economiche che si potrebbe tranquillamente evitare, al fine di utilizzare i soldi per scopi migliori.
Nel ricorso presentato dall’Enpa al Tar insieme ad OIPA contro l’ordinanza di cattura, sono state evidenziate tutte le violazioni di diritto nazionale ed internazionale nonché del PACOBACE. Il fatto di ignorare le regole rivela anche una mancata sensibilità nei confronti dell’esempio dato alla società: una deriva intollerabile, che rende ancora più importatela causa.
È giunta l’ora di cambiare direzione.