Gatta presa a calci e lanciato dal terzo piano: caccia al colpevole
Un altro caso di maltrattamenti animali questa volta si è verificato a Mantova. La vittima di questo vile gesto è un povero e innocente gatto Sacro di Birmania di tre anni, preso a calci e gettato dal terzo piano di un palazzo di case popolari.
La gatta è stata trovata agonizzante dalla proprietaria insieme a un’altra signora del condominio, entrambe lo hanno portato immediatamente dal veterinario nell’estremo tentativo di salvargli la vita… tutto inutile. La gatta Daisy è deceduta poco tempo dopo a causa di una emorragia interna.
«C’è un mostro nel palazzo – ha detto la proprietaria della gatta alla Gazzetta di Mantova – Ha massacrato Daisy di botte e calci e l’ha lanciata dal terzo piano. L’ho ritrovata con una coinquilina al primo piano, agonizzante. Questo piccolo essere indifeso era di mia figlia di 14 anni. Ho fatto fare l’autopsia: l’esame riferisce che la morte è avvenuta a seguito di un’emorragia toracica, dovuta a un trauma della spina dorsale. Il bruto l’ha tramortita a calci prima di gettarla nel vuoto. Avrebbe compiuto tre anni il 5 novembre».
Il reato di maltrattamenti di animali è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5.000 euro a 30.000 euro. Una pena ancora oggi irrisoria in confronto alla gravità dell’atto. Uccidere un essere vivente, che sempre più viene considerato un membro delle famiglie italiane, dovrebbe essere un reato grave punibile con leggi serie. Forse è proprio a causa della poca severità delle pene che la gente continua a perseverare nella crudeltà.